25 Novembre 2015
Nutrizione sportiva
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Alimentazione in gravidanza e allattamento
Il periodo intrauterino rappresenta il primo periodo della vita in grado di porre l’individuo a rischio obesità. Secondo la teoria del trascinamento metabolico, infatti, una nutrizione eccessiva nel terzo trimestre di gravidanza, periodo in cui si ha il maggior accumulo di tessuto adiposo nel feto, sembra tradursi nello sviluppo di un feto grosso per età gestazionale, fenomeno che dipenderebbe dalla presenza di alti livelli di insulina e glucosio nella mamma e nel bambino. Di conseguenza Il regime dietetico della mamma durante la gravidanza e la nutrizione del feto e del neonato condizionerebbero il destino biologico e metabolico del bambino e dell’adulto, agendo come cofattore ambientale con azione epigenetica nello sviluppo di malattie cronico-degenerative come obesità, ipertensione, dislipidemie, diabete tipo 2 e Sindrome Metabolica. Barker JL et al. American Journal of Clinical Nutrition 2004.
Studi successivi hanno poi dimostrato che anche i neonati piccoli per età gestazionale hanno un rischio maggiore di sviluppare sindrome metabolica rispetto ai neonati normali. Il ritardo della crescita intrauterina, infatti, induce insulino-resistenza con conseguente rialzo dei livelli di insulinemia e pressione arteriosa e inoltre quando il feto è sottoposto a ridotto apporto di nutrienti tende a massimizzare le probabilità di sopravvivenza e quindi a garantire lo sviluppo di organi vitali come il cervello a scapito di altri organi come il fegato, il pancreas e il muscolo. Questi adattamenti fetali diventano fattori di sviluppo di sovrappeso ed obesità quando l’apporto dei nutrienti durante la vita post natale è in eccesso. In conclusione sia i neonati piccoli che i neonati grassi per età gestazionale sono entrambi predisposti a Sindrome metabolica diabete, obesità e ipertensione. James, W. P. T. Journal of Internal Medicine 2008 .
Oltre all’apporto calorico complessivo è importante assicurarsi anche un adeguato apporto di vitamine e sali minerali e DHA. È stato recentemente dimostrato, infatti, che un adeguato apporto di DHA ( acido docoesaesanoico) durante la seconda metà del periodo gestazionale, è in grado di ridurre significativamente il rischio di nascite prematura con conseguenti rischi anche permanenti per la salute del bambino. Susan E Carlson et al. American Journal of Clinical Nutrition 2013.
Altri elementi da controllare durante la gravidanza sono il Ferro, il Calcio, la Vitamina A, l’acido folico e le fibre.
Anche l’allattamento rappresenta un momento cruciale per la vita dell’ individuo. Secondo le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, i neonati dovrebbero essere allattati esclusivamente al seno almeno per i primi 6 mesi di vita per garantire uno sviluppo ottimale del neonato. Inoltre è possibile continuare l’allattamento al seno come nutrizione complementare (quindi non esclusivo) fino a 2 anni di vita. Diversi studi hanno dimostrato, infatti, che nessun prodotto industriale potrà mai sostituire il latte materno che è l’unico alimento ad avere la giusta quantità di nutrienti in grado di garantire non solo una crescita ottimale del bambino ma anche una riduzione di incidenza di allergie e intolleranze alimentari e una riduzione del rischio di patologie a distanza quali obesità e aterosclerosi. Due recenti studi hanno inoltre dimostrato che i bambini che vengono allattati al seno hanno una minore possibilità di avere un quoziente intellettivo sub-ottimale e sviluppano maggiori capacità cognitive. Mortensen at al. JAMA 2002; Jedrychowski et al. 2012 European Journal of Pediatrics. È importante, quindi, fornire una buona alimentazione alla puerpera per favorire la secrezione di latte ponendo particolare attenzione ai fabbisogni di proteine, ferro, calcio e acqua.